La necessità di una complessiva riconfigurazione architettonica per l’area dell’Ex Consorzio Agricolo di Lecce risponde in primo luogo alle logiche urbanistiche connesse al concetto di rigenerazione urbana, da intendersi nella sua accezione più ampia, quale strategia finalizzata alla valorizzazione di aree e suoli dismessi (o funzionalmente compromessi) attraverso la loro trasformazione e riassetto, il cui esito finale garantisca il migliore equilibrio tra gli interessi sociali, ambientali ed economici delle parti in gioco, promuovendo contemporaneamente qualità e sostenibilità urbana.
Non di meno la proposta progettuale intende fornire soluzioni alle domande innescate dalla rifunzionalizzazione, in fieri, del complesso limitrofo dell’Ex Tabacchi Orientali, tanto per il connesso reperimento quantitativo degli standard urbanistici, quanto per una nuova e più razionale organizzazione dei flussi viabilistici e pedonali all’interno dell’ambito stesso, finalizzando gli interventi ad una complessiva valorizzazione del contesto e, conseguentemente, all’accrescimento dei valori immobiliari degli immobili.
L’ambito in cui si inserisce l’area dell’Ex Consorzio Agrario è lo stessa in cui di fatto si inquadra il volume dell’Ex Tabacchi Orientali: il quadrilatero delimitato dalle aste di Via Gallipoli, Via P.B. Realino, Via di Ussano, Via Quarta.
L’architettura a corte proposta ha solide analogie con il tipo edilizio che definisce il tessuto storico di Lecce. Al piano terra l’andamento poligonale delle alte pareti vetrate che definiscono gli spazi commerciali, connota fortemente il carattere spaziale della piastra commerciale.
Il disegno irregolare assicura inoltre adeguata illuminazione allo spazio centrale della corte, mentre l’estensione degli aggetti dei cornicioni perimetrali dei volumi al piano terra, che saranno caratterizzati da soluzioni a verde del tipo green roof con idonee essenze, assicurano una certa privacy alle logge residenziali che si sviluppano superiormente.
Lo stesso trattamento del green roof si intende estendere al corpo commerciale costruito in aderenza al volume della Casa della Carità e anche al padiglione a servizi concepito tra l’edificio a corte e la piazza polivalente tangente a Viale Gallipoli.
Le viste da e verso la corte commerciale mediate da idonei filtri visivi realizzati medianti pannelli brise-soleil, che conferiscono alle facciate e agli sfondati interni un certo ritmo sincronizzato sui movimenti architettonico delle bucature murarie, cosi come del resto avviene anche per i fronti esterni.
Per i piani residenziali la distribuzione ai tre livelli e alle unità residenziali è garantita mediante due nuclei di distribuzione verticale e attraverso un sistema di ampie logge che conducono agli ingressi, assicurando idonea illuminazione, ombreggiatura e areazione naturale, oltre che una certa privacy alle unità stesse.
Il taglio e la configurazione delle unità sono stati concepiti per poter rispondere con una certa flessibilità alle diverse richieste del mercato immobiliare.
Tutte le unità hanno pertanto un doppio affaccio, verso la loggia e la corte centrale e verso l’esterno perimetrale.
Nel rapporto tra spazio pubblico e privato, tra accessibilità carrabile e viabilistica al piano stradale, tra il miglior mix funzionale e l’esigenza di dotare gli edifici di un carattere estetico ed unitario, si è cercata la maggiore convenienza in termine di adeguatezza e conformità agli standard residenziali e commerciali oggi in uso nelle architetture collettive, cercando pertanto di ottimizzare le disponibilità volumetriche derivate dagli indici di fabbricazione offerte dal programma di rigenerazione urbana senza con ciò rinunciare ad un ambizioso programma architettonico.